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I Ricordi infernali di Agaron

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I Ricordi infernali di Agaron Empty I Ricordi infernali di Agaron

Messaggio  Caius Il Volturo Gio Set 05, 2013 4:25 am

Agaron Il Mago
La luna era alta in cielo, ed il suo passaggio per la volta celeste scandiva lenta le ore notturne. Fa ritorno a palazzo prendendo per cunicoli sotterranei che portano direttamente nelle segrete... E' un essere fatto di ombra ed oscurità anche le flebili luci dei lucernari del palazzo lo infastidiscono. Con se ha portato una preda, un piccolo demone dei boschi. Di esso si dice che sia resistente a tutto, egli ne vuol testare la veridicità. Pone il demone sulla lastra di pietra ,lo immobilizza, ed usando la sua magia dice* "Combure". Il piccolo essere inizia a bruciare..
I Ricordi infernali di Agaron 6601610

Le fiamme dilaniavano quel piccolo essere,si alzavano danzando illuminando il suo tetro laboratorio. I suoi occhi fissarono quelle fiamme, ed un ricordo affiorò nella sua mente; La prigionia negli inferi. Secoli prima fu catturato da demoni e condotto negli inferi,li subì le peggiori atrocità,fino a quando Il Sovrano dei Volturi Caius andò a riprenderlo liberandolo. In quella fiamma i suoi ricordi iniziarono a venir fuori vividi come se li rivivesse*

I Ricordi infernali di Agaron 2wriu010

Gettato ed incatenato all'interno di una grotta infernale sapevo che il silenzio sarebbe stato il mio unico compagno.
Non avevo alcuna speranza, non mi chiedevo quanto sarebbe durata? in quel momento ero più freddo e gelido che mai, insensibile a ogni cosa.
dovevo solo resistere alla fame e al dolore che sapevo bene le catene infuocate dell'inferno avrebbero provocato al mio antico corpo. Quanti ne avevo torturato nelle segrete del palazzo dei Priori con il sorriso diabolico in volto, maligno, sadico. Infedeli, rissosi, traditori.
Ora c'ero io al loro posto.Osservavo con sguardo cupo quel posto, c'era una puzza tremenda di dolore e sangue, di strazio e morte. Odore che mi avrebbe fatto impazzire dal piacere fino a qualche giorno prima, forse anche in quel momento.
L'erba cattiva non muore mai e ora sarei anche impazzito.Poggiai la testa al freddo muro e presi fiato, le scosse di fuoco delle catene sarebbe arrivati da li a breve. I miei arti sarebbero arsi al fuoco. Che spasso, stavo impazzendo si, perchè risi a quel pensiero. Il fuoco si era impadronito dei miei piedi e delle mie braccia.Le catene stringevano e ardevano... cosi forte...
Mi contorcevo dal dolore, cercavo di non urlare, non ancora.
La pelle bruciava e si rimarginava di continuo, per ora riuscivo a guarire velocemente, anche se ero pieno di ustioni ma quando avrei perso le forze e sarei impazzito dalla fame non avrei avuto più il potere di cicatrizzare le ferite.Oramai non riuscivo più a capire quanto tempo era passato,secoli,millenni,chissà. Cercavo di tenere in moto il mio cervello per non perdere i sensi dal dolore che era sempre più acuto.La sete cominciava a farsi sentire come una morsa allo stomaco, la gola ardeva.
Le labbra cominciavano ad inaridirsi e a restringersi, mostrando sempre più evidenti i canini.
Ero steso al suolo sulla fredda pietra ed era l'unica cosa che mi creava un leggero benessere, dove mi bruciavo passavo strisciando per sentire un pò di frescura, ma presto sarebbe inevitabilmente divenuto infuocato anche esso.Posso resistere ancora, per cattiveria e perchè la nutrizione non è ancora un punto di fine per me, ma sono le pene dell'inferno che sto provando, nel vero senso della parola.
Bruciavo in ogni dove e i miei canini per difendersi erano sempre più visibili, ringhiavo per spirito di sopravvivenza.
In uno stato normale avrei resistito molto di più alla sete, non ne necessitavo eccessivamente, ma cosi, delirante dal dolore e il mio corpo spinto a ferirsi e a rimarginarsi di continuo consumava molte risorse energetiche.
Ero una cavia ....Secoli passarono subendo quelle atroci torture;Fino a quando un giorno senti un gran trambusto, urla. Percepì una presenza conosciuta, ma i miei sensi erano troppo annebbiati per averne la certezza, poteva essere chiunque.Poi le catene infernali si dissolsero ed anche il sigillo che bloccava l'entrata della caverna si spezzò. Sentì chiamare il mio nome più volte, e poi un ombra apparse all'entrata. Il mio signore Caius, era giunto fin li per liberarmi. Feci affidamento sulle ultime energie rimaste in corpo ed usci fuori,vidi il sovrano con i volturi al seguito, un ghigno apparve sul mio volto. Mi nutrì velocemente per affrontare il viaggio di ritorno..e Poi il resto è storia.
*La fiamma che avvolgeva il demone si spense... e si ridestò da quei pensieri.. rimettendosi a lavoro con i suoi esperimenti*
Caius Il Volturo
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