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"E' l'ora della vostra morte. E così sia!"

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"E' l'ora della vostra morte. E così sia!" Empty "E' l'ora della vostra morte. E così sia!"

Messaggio  Caius Il Volturo Ven Set 13, 2013 8:43 am

Caius Il Volturo
Era l’alba a Volterra, i raggi del sole iniziavano a baciare timidamente i suoi possedimenti. Egli vagava ramingo per le vie Pisane. La caccia della notte l’aveva portato in questa città limitrofa al suo regno. Percorreva le vie, e dalle finestre fuoriuscivano rumori ed odori tipici della colazione. Il tintinnio dei cucchiaini sulle tazze da the e latte, e l’aroma intenso del caffe permeava l’aere infastidendo il suo olfatto. Non c’era un anima viva per le viuzze del borgo.

"E' l'ora della vostra morte. E così sia!" Pisa-n10

Peregrinando la sua attenzione si soffermo su una casa. La calura che ancora attanagliava i mortali spinse i proprietari a lasciare la finestra aperta.
“Una buona occasione per guardare chi vi abita” Pensò.
Lievito un pò da terra fina ad avere una buona visuale dell’interno. Due pc dei quali uno ancora accesso e con la pagina dei messaggi di facebook ancora aperta, libri e vestiti sparsi ovunque. Annusò l’aria carpendone la giovine essenza. “Due universitarie!!!”
Esclamò ghignando. Poi aggiunse: “Sangue fresco” Mise la mano tra le sbarre di quella finestra a piano terra, ma una forza ne impedì il gesto. “Una casa di proprietà, il gioco si fa più interessante”. Si diresse verso la porta ed inizio a bussare. Il primo tentativo falli, busso nuovamente.. Ma anche il secondo tentativo non andò a buon fine. Decise di usare i suoi poteri mentali per far svegliare una delle due ragazze. Una volta fatta destata dal sonno, ribussò. Ella ancora assonnata, con gli occhi gonfi, barcollante andò alla porta. “Chi è?” Chiese la giovine. Egli si ricordò del portatile aperto, il mittente di quel messaggio era un certo Alex, e dai cuori e da certe frasi affettuose presuppose che avesse un rapporto intimo con la ragazza, sperando che il pc fosse il suo. “Mi manda Alex disse”.
“Il mio ragazzo?” Chiese la giovane
Bene la fortuna è come sempre dalla mia, pensò il sovrano. “Si il tuo ragazzo, apri che devo darti una cosa”. La giovane apri un po’ la porta, ed in quel momento incrociò gli occhi del sovrano. Non sapeva che per lei era finita. Inizio ad ammaliarla. “Ora tu aprirai tutta la porta e mi inviterai ad entrare e dopo mi porterai nella tua stanza”. La giovane rapita dal suo potere obbedì ed i due entrarono nell’angusta abitazione. Il disordine regnava sovrano.. Ma non era quello che interessava all’antico vampiro. Arrivati in stanza egli le disse: “Ora stenditi sul letto e lascia che io mi nutra di te”. Ella si distese, ed in quel momento Il Sovrano si avvento sulla giugulare. Dei rivoli di sangue iniziarono a colare sul cuscino e sulle bianche coperte. Quando si stava nutrendo di lei, la giovane iniziò a scalciare, ed urto il mobile che stava ai piedi del letto. Questo fece svegliare per un istante l’altra ragazza che fino ad allora dormiva ignara, e disse senza aprire gli occhi: “Ma ti sembra modo questo? Perche fai tutto sto casino. Che ore sono?” Dopo queste parole la giovane si rigirò nel letto per continuare a dormire, dando lui le spalle. Il sovrano estrasse i canini dalle carni della giovane e si mise a guardare la ragazza che beatamente voleva tornare tra le braccia di Morfeo. In piedi davanti il suo letto le dice:
“E’ l’ora della vostra morte… e così sia”
La giovane all’udire di quelle parole trasalì e tremante si voltò verso lui coprendosi con il lenzuolo fino al naso.
Con un flebile alito di voce chiese al sovrano: “Tu chi sei?”
Egli rispose: “Son colui che tinge il mondo di sanguigno”. Ella stava per emettere un grido, ma Egli le mise la mano davanti la bocca, poi si avvicino al suo viso e disse: “Oggi hai l’onore di divenire il pasto di un sovrano”. Dopo queste parole la morse lasciandola esanime. Finito il fiero pasto prese un accendino dalla scrivania ed appiccò un incendio cosi che le tracce del passaggio di un vampiro fossero eliminate. La segretezza e la sicurezza della razza ed il rispetto delle leggi prima di tutto. Uscì da quell’abitazione, ed il fuoco stava iniziando a scoppiettare, il sole era già alto in cielo, alzò il cappuccio sulla testa, e si avviò con passo svelto e deciso verso la torre dove il suo autista lo aspettava con la limousine per tornare a Volterra.
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