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Le teorie sui libri maledetti di Gabriele Zaffiri

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Le teorie sui libri maledetti di Gabriele Zaffiri Empty Le teorie sui libri maledetti di Gabriele Zaffiri

Messaggio  Ospite Ven Giu 01, 2012 2:45 pm

Le teorie sui libri maledetti di Gabriele Zaffiri Libri_10

Ci sono libri che vengono considerati maledetti perché contengono antiche conoscenze di arti esoteriche e, molto spesso, anche l’etichetta di attirarsi disgrazie e calamità.

di Gabriele Zaffiri

Alcuni libri “maledetti” sarebbero stati conservati nella Biblioteca di Alessandria, e molti altri invece sarebbero stati distrutti insieme alla biblioteca C. dagli arabi comandati da Amr ibn-el-a( famoso per erssere stato il conquistatore arabo-musulmano e che si distinse anche per il coraggio e capacità organizzative). Questo condottiero chiese al suo califfo, Omar I, quale doveva essere il destino di tali libri, e lui così rispose: “Se i libri non riportano quanto è scritto nel Corano, allora vanno distrutti, poiché non dicono il vero. Se i libri riportano quanto scritto nel Corano, vanno distrutti ugualmente perché sono inutili”. Oggi in molti sono propensi a credere che il contenuto dei libri della biblioteca di Alessandria faceva paura a molti, perché nelle sue enormi dieci sale erano custoditi, tra l’altro, molti testi considerati anomali. Tra questi, si dice, vi fosse l’intera opera del Beroso, un sacerdote babilonese vissuto ai tempi di Alessandro Magno. Si trattava di una storia del mondo dove si riferiva dell’incontro avvenuto tra alcune civiltà mesopotamiche e una razza spaziale: gli Apkallus, una razza anfibia.C’era anche l’opera di Manetone, un sacerdote egizio vissuto ai tempi di Tolomeo I, che raccontava chiaramente di essere stato in possesso del fantomatico “libri di Toth”.(42 volumi che riportano profezie di eventi planetari ).Tra i tanti testi custoditi, ve ne erano numerosi scritti in geroglifico su papiri; oltre a testi scritti su tavolette di cera e volumi in carta pergamena. Inoltre c’erano molti testi alchemici, che riferivano della facoltà di trasformare i metalli vili in oro, quindi coloro che ne erano venuti in possesso potevano arricchirsi e diventare una seria minaccia per l’egemonia araba, e non solo. Lo studioso Jacques Bergier, scrisse sulla sua opera “I libri maledetti”, che dietro tali distruzioni vi sia stata una potente setta “gli Uomini in Nero” (MIB). Essi, avrebbero perseguito attraverso i secoli con lo scopo di rintracciare e distruggere tutte quelle opere letterarie ritenute in un modo o nell’altro pericolose, permettendo di far aprire gli occhi all’umanità su un passato con civiltà progredite e piene di conoscenze molto avanzate, più di quanto si creda.
Proprio loro ci sarebbero dietro la distruzione della biblioteca di Alessandria e di numerose altre biblioteche antiche e, sempre loro, sarebbero dietro la Santa Inquisizione, la quale venne creata nel 1233. Con questo avvento, gli attacchi contro i cosiddetti “libri maledetti” e quindi proibiti, si intensificarono e, a più riprese, molti testi definiti eretici vennero bruciati nelle piazze adiacenti le chiese. Nel 1557 il papato inaugurava “Index Librorum Proibitorum” (l’indice dei libri proibiti) dove si elencavano i volumi la cui lettura avrebbe dannato l’anima dei fedeli. In seguito papa Pio V nel 1575 organizzava la Congregazione dell’Indice, un comitato di censura esistito fino al 1917. I libri maledetti sarebbero stati suddivisi in tre gruppi: il primo, sarebbe costituito da testi nati dalla fantasia di scrittori, come il Necronomicon di H.P.Lovecraft, o “The king in yellow” di Robert W. Chambers, del 1895. Il secondo, sarebbe costituito da testi ritenuti esistenti ma sull’ autenticità molti studiosi nutrono forti dubbi. Questo gruppo sarebbe noto anche come “pseudo epigrapha”, come per esempio il “Libro di Enoch”, il quale relegato tra gli apogrifi nel IV sec.d.C. ipotizza l’arrivo sulla Terra di esseri spaziali che influenzerebbero il nostro sviluppo e la nostra evoluzione. Alla stessa categoria appartiene anche il “Manoscritto Voynich” ( libro che a tutt’oggi, risulta essere il più misterioso e ancora non decifrato).
Infine il terzo gruppo, sarebbe costituito da testi occulti e incomprensibili ai più, ma comprensibili solo a pochi iniziati o illuminati, come nel caso delle “Stanze di Dzyan”, recuperate in Tibet, dalla celebre occultista russa Helena Blavatsky (1831-1891). L’originalità del testo consiste nelle conoscenze in esso annotate e verrebbero trasmesse al lettore, con il semplice tocco delle sue dita sulle pagine. Scritto in lingua Senzar e costituito da foglie speciali di palma rese impermeabili al fuoco, all’acqua e all’aria con un misterioso procedimento, il libro trattava della creazione dell’uomo, del mondo e delle varie razze umane, sostenendo l’origine extraterrestre dell’uomo.



MANOSCRITTI PNAKOTICI (The Pnakotic Manuscripts)
Questi manoscritti furono stesi molto tempo prima dell’avvento dell’uomo sulla Terra, quindi la datazione risulta impossibile. Con certezza si sa che furono trafugati da Iperborea da adepti di un culto occulto e risultano scritti in una scrittura criptica iperboreana. Inoltre sarebbero stati notati numerose analogie tra questi scritti e i “frammenti di Eltdown”. Così riferisce in una lettera intestata a Richard F. Searight il 13 febbraio 1936.



FRAMMENTI DI ELTDOWN (Eltdown Shards)

Agli inizi del XX secolo in Inghilterra meridionale venivano ritrovate in uno strato carbonifero tavolette le quali risalirebbero all’Eocene( epoca geologica ed indica la “nuova alba” dei mammiferi moderni apparsi per la prima volta in questa epoca). Comparvero nel racconto “The Sealed Casket”, scritto da Richard F. Searight (1902-1975)
Notevoli le connessioni con il “Necronomicon” e l’opera di Friedrich-Wilhelm von Juntz “Unaussprechlichen kulten”.



CULTI INNOMINABILI (Unaussprechlichen kulten)
Nel 1839 viene pubblicato a Dusseldorf e sei mesi dopo l’autore, Von Juntz, muore dopo essere ritornato da un viaggio in Mongolia. L’opera si riferisce a culti misteriosi legati all’adorazione di divinità pre-umane e proto-storiche, come Ghatanothoa e Bran.



THE BOOK OF THE WORM (De Vermiis Mysteriis)

Il volume scritto da Ludvig Prin contiene informazioni sui riti occulti e blasfemi dell’immonda divinità Tsathoggua, dall’aspetto rospiforme.



IL LIBRO DI EIBON (The Book of Eibon)
Volume attribuito a Clarck Ashton Smith, citato più volte in una storia di Smith dal titolo “Ubbo-Sathla”.



IL CULTO DEI GHOULES (Cultes des Goules)
Il nome dell’autore di questo libro è basato su August Derleth, i cui avi si trasferirono dalla Francia dove modificarono il loro cognome in d’Erlette. Contiene informazioni sui riti macabri relativi ai Ghoules, i crudeli divoratori di tombe.

IL POPOLO DEI MONOLITI (The People of the Monolith)
L’autore di questo libro è Justin Geoffrey, anche se dietro c’è lo scrittore Robert E. Howard il quale dichiarò che tale libro e tale autore furono solo frutto della sua fantasia inventato nella sua opera “The Black Stone”.

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