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Viaggio nella terra dei Volturi. (Serephina Whynne)

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Viaggio nella terra dei Volturi. (Serephina Whynne) Empty Viaggio nella terra dei Volturi. (Serephina Whynne)

Messaggio  Caius Il Volturo Lun Nov 07, 2011 3:55 pm

Viaggio nella terra dei Volturi. (Serephina Whynne) Fg10


Serephina Whynne *”Maledetta fossi mille volte maledetta, maledetto il mio carattere burrascoso, maledetta la mia impulsività, quando volevo star per conto mio e non volevo aver a che fare con il mondo prendevo e me ne andavo, senza pensare, da sola, in lotta perenne con i miei pensieri, il lotta con in ricordi sempre li pronti a risucchiarmi l’anima. Fantasmi dalle pesanti catene pronti a trascinarmi a fondo.

In fretta e furia avevo riempito la piccola valigia e con un last minute mi ero imbarcata in un viaggio. Senza capo ne coda, me ne rendevo conto solo adesso che mi trovavo a Volterra. Luogo magico e misterioso, a detta dell’operatore di viaggi che a malapena avevo ascoltato.
Mi maledicevo cento, mille, diecimila volte, come una povera ebete a seguire un tour creato ad oc, sulla scia di una famoso film vampiresco.

Osservavo obliqua i volti entusiasti dei miei compagni di viaggio…
Scossi la stessa, ero incazzata nera, la pioggia battente mi aveva inzuppata completamente gli abiti e loro si divertivano a mimare le scene di quel film che a dire il vero non avevo nemmeno guardato.

Vampiri. Per loro era un gioco, per me no.

Mentalmente ed elegantemente li mandai a quel paese; lasciando il gruppetto mi infilai in una viuzza stretta e male illuminata, mi sentivo tutta la stanchezza del viaggio e la notte addosso, sarei andata da sola all’albergo a rifocillarmi e a riposare…
Presi a calci un piccolo sasso e mi avviai di buona lena assorta come sempre nelle mie inquietudini.

Persi la nozione del tempo, mi ero persa, giravo come una povera cretina nel cuore della notte e in giro non c’era nessuno.

“ MA PORCO BROCCOLO”

Scaraventai con moto rabbioso la piccola valigia addosso al muro antico di un palazzo, questa si aprì spargendo a terra tutto il misero contenuto.

“vaff…..” sbottai inchinandomi a raccogliere le mie cose ormai bagnate.


-Ehi…Signora, ti serve una mano?

Mi girai di scatto nell’udire quella vocina.
Non c’era nessuno. Oddio ora avevo anche le trabecole. Chiusi quel disastro di valigia e mi incamminai di nuovo.
Trasalii quando sentii una mano toccarmi il braccio.

-Signora…ti serve aiuto? Vieni con me ti porto a casa mia.

Rimasi di sale quando mi girai per risponderle, una piccola figura evanescente di bambina mi stava parlando come se niente fosse.
-Vieni con me, LUI ti attende.
"Ma tu chi sei?"
Cercai di rimanere fredda ad impassibile, come se fosse la cosa più naturale di questo mondo parlare con un fantasma.
-Sono Elide e LUI ti vuole a palazzo.
"Scusa piccolina ma chi è che mi vuole?"
Risposi garbatamente, magari stavo sognando e da li a poco mi sarei svegliata.
-Caius Il Volturo, il mio Sovrano.
Urla stridule di gioia mi trafissero le orecchie e l’oscurità mi avvolse in un caldo mantello.*

Elide Deiboschi ‎*la fissa * te ne andavi tutta sola chissà dove! ora sei a casa
Serephina Whynne ‎*sentivo delle piccole piume accarezzarmi il viso, rinvenni, mi accorsi che non erano piume, ma manine che veloci cercavano di farmi aria*
Dov'è che sono? A casa?
*ero seduta su un pavimento di marmo candido, illuminato da poche candele sparse in giro...*
Elide Deiboschi ‎*la guarda cercando di farla svegliare gli fa aria con gli occhi ancora chiusi le urla* ragazza riprenditi! è meglio che vado a prendere un secchio d'acqua *mentre si incammina per i corridoi del palazzo sente la sua voce* dolcezza sei a Volterra e questo è il nostro palazzo
Caius Il Volturo ‎*seduto sul suo trono, ascolta il rumore della pioggia battente infrangersi sulle mura antiche del palazzo. il fragore dei tuoni resi ancor più minacciosi dell'eco di quella sala ricoperta di marmi bianchi.. immerso nella sua concentrazione percepisce ogni minimo movimento che avviene nella sua antica dimora.. ad un tratto avverte che in quel luogo vi è una nuova presenza , che attendeva da tempo. apre gli occhi, alza il viso verso la grande porta d'ingresso * è arrivata! *esclama nella sua mente*
Serephina Whynne ‎*dolcezza...non mi sentivo chiamare con questo vezzeggiativo da secoli, mi alzai con calma dal freddo pavimento, ero un totale sfacelo, un orrore con due gambe, se a quell'ora di notte avessi incontrato qualcuno di sicuro sarebbe morto di crepacuore*
Piccola Elide, è da un sacco di tempo che la sottoscritta non ha un palazzo...
*sospirai, se fosse stata in carne ed ossa l'avrei abbracciata*
Dai andiamo portami dal tuo Sovrano, sentiamo che ha da dirmi, magari mi offre un bicchierino di brandy, così mi scaldo...
*le sorrisi tendendole la mano*
beh, almeno fai finta di prenderla...
Su andiamo da Caius Il Volturo.
Elide Deiboschi ‎*la fissa negli occhi, guardandola e chiedendosi come mai lei sia li? ma le sorride e tendendole la mano anche se lei non riesce ad afferrare la vede alzare e davanti a lei fluttua guidandola per corridoi, e scale* ti porterò dal mio Sovrano! sai solo lui riesce a toccarmi!
Serephina Whynne ‎*sorrisi, ci avviammo tra corridoi di quel magnifico palazzo, percepivo intorno a me occhi curiosi, quel luogo sembrava deserto, ma sapevo che sguardi immortali seguivano i miei passi.
Arrivammo in un grande salone, in teoria dovrebbe esser stato, a mio dire, la sala del trono.
La luce era fioca ed era difficile dirlo, mi colpì l'atmosfera surreale.
Sembrava che il tempo si fosse fermato, immobile.
Anche i miei respiri sembravano rimanere appesi, in qualcosa di indefinito.
Ero in attesa, ogni muscolo, ogni nervo a servizio di ogni mia piccola emozione.*
E' qui Caius Il Volturo?
*Chiesi in un soffio alla piccola fantasmina*
Caius Il Volturo ‎* alza lo sguardo verso la porta d'entrata della sala del trono, che pian piano viene aperta. da essa vi entrano una figura diafana e l'attesa ospite. il trono è celato dall'oscurità come è sua preferenza, ma sentendo la domanda della nuova arrivata, si palesa ai loro sguardi facendo divampare il fuoco nei lucernari presenti ai lati della sala. precedendo la risposta della fantasma dice con voce ferma e sicura* Colui che cercate vi sta dinnanzi...avanzate, vi aspettavo.
Elide Deiboschi ‎*le si affianca e all'orecchio le sussurra* eccolo! è lui il mio Sovrano adorato! * lo indica col ditino anche se è vicinissimo a loro, ride e gli gira intorno* la nostra ospite chiede di te! e poi scusa fuori è ancora giorno aprì le finestre che risparmiamo sull'illuminazione! ^___^
Caius Il Volturo: *la guarda intensamente negli occhi percependone la sua vera essenza, tutte le sue enormi potenzialità; con voce forte e sicura dice* Ti aspettavo Serephina. Sono mesi che senti qualcosa dentro di te, che t’ha fatto sempre sentire fuori luogo, che non appartenevi ai tuoi vecchi luoghi.. un qualcosa che ti ha spinto a fare un assurdo viaggio, in un posto sperduto che non avevi mai visto, tanto meno conoscevi. E bene.. ero io a chiamarti, ed ora sei qui al mio cospetto.
Serephina Whynne ‎*forse avevo l'aspetto di una zingara, mi sentivo inadeguata al cospetto di quella nobile figura.
Era appena rischiarato dalla luce soffusa delle candele, mi avvicinai per sostenere il suo sguardo.
Ciò che vidi mi lasciò senza fiato, la sua aurea era potente, gli occhi fieri e saggi su di un volto che sembrava marmo.
Mi morsi le labbra e risoluta alzai il mento.*
Caius...
*come faceva a conoscermi così bene?*
Antico Volturo sapete molto di me, ma io nulla di voi.
*Sorrisi*
Ciò che dite è la pura verità, non sono mai appartenuta a nessun luogo.
Cosa vi fa pensare che io appartenga a questo? Guardatemi, avete di fronte una persona senza arte ne parte.
Sempre legata da pesanti catene al passato, legata con pesanti cappi ai ricordi.
Ora sono qui, ditemi, vi ascolto.
Caius Il Volturo: *la guarda impassibile e freddo ghignando risponde* Io sono la vita e la morte. il mio sguardo arriva ovunque io voglia, e penetra anche nell'animo della gente, scrutandone ogni anfratto. Io conosco bene voi ,la vostra anima e la vostra mente; ed è proprio per questo che siete qui. Ora vi spiegherò. Noi volturi siamo tra i più antichi e potenti vampiri esistenti sulla terra, siamo i migliori, scelti con scrupolosa attenzione per le doti fisiche e per i loro poteri. Tra le mie fila sono presenti solo chi eccelle in tutto. E con questo ritorniamo al perché voi siete qui. In voi ho percepito un grande potenziale. Voglio farvi il dono più grande che possa fare, voglio rendervi una Voltura. Una mia creatura.
Serephina Whynne ‎*in quel momento mi sentivo un peso incredibile sulle spalle, ero stanca, moralmente stanca, ero consapevole di non essere poi un granchè, conoscevo bene i miei limiti e il mio caratteraccio, sospirai sconsolata*
Antico Caius , volete far di me una vostra creatura?
Guardate queste mani sono vuote.
Sono sempre ben conscia delle scelte che faccio.
*fissai senza distogliere lo sguardo quella figura elegante e fiera, il suo tono era solenne, non esitai...*
E' un grande onore ciò che mi state proponendo, non voglio rifiutare, ho fame di sapere, ho fame di imparare.
A una condizione però, voglio che Voi siate il mio mentore.
*A passo lieve mi avvicinai al Sovrano e gli tesi le mani*
Elide Deiboschi ‎*fluttuante fra i due ascolta ogni parola che il suo Sovrano proferisce, una nuova Voltura! bellissima e potente ride* che fissa! una vampira in più da tormentare ihihihihihihihihihi che bello!!!! che bello!
Caius Il Volturo: *si alza dal trono andandole in contro. le prende le mani. In quel momento passano nella sua mente tutti i ricordi della giovane* Serephina, avrete modo di conoscere tutti i misteri della vita e della morte. Vi donerò l'immortalità ed il sapere assoluto con essa. Diverrete mia figlia, vi trasmetterò sapienza, e tutte le tecniche di lotta, come ho gia fatto nei secoli con gli altri miei figli. Avrete un grande potere, ma con esso, gravose responsabilità. Essere dei Volturi significa perfezione fisica e morale; e soprattutto rispetto assoluto delle leggi. Ma penso imparerete subito ad essere all’altezza del compito.
Serephina Whynne ‎*"...diverrete mia figlia...", quelle parole mi colpirono, ad un tratto tutti i piccoli frammenti della mia anima si unirono, come in un puzzle, sembrava che avessi trovato il mio posto nell'universo, o che l'universo avesse trovato me.
Strinsi con delicatezza le mani dell'antico vampiro e timidamente gli sorrisi, una sorriso che arrivava dritto dal cuore.*
E sia, spero di essere all'altezza Sire.
*Non servivano altre parole, d'istinto presi le mani che stringevano le mie e le guidai sulla mia guancia chiudendo gli occhi...*
Grazie...
*sussurrai lieve*
Caius Il Volturo ‎*quel gesto d'affetto lo confuse. ma del resto è mortale pensò. poi con voce ferma disse.. * bene, serephina, ora andrete nelle stanze che vi abbiamo preparato.. li troverete gli abiti che vi serviranno. e tutto cio che vi occorre lo chiederete alla servitù. andate e preparatevi, tra un po inizieremo la cerimonia.
Serephina Whynne *senza neppure proferir parola e con la serenità nel cuore mi avviai nei corridoi del palazzo accompagnata da una pallida fantesca*
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